Incentivo industria 4.0: le agevolazioni 2022

Ad oggi risulta chiaro come la logistica 4.0 ricopra una posizione di rilievo dal punto di vista dell’automazione industriale. All’interno degli impianti, infatti, permette di automatizzare tutte quelle attività e operazioni ripetitive a basso valore aggiunto. Per questo motivo, non solo la gestione del magazzino, ma anche la logistica distributiva e l’intralogistica risultano migliorate grazie alla logistica 4.0, che fa dell’omnicanalità e della velocizzazione dei processi due dei suoi tratti distintivi.

Dopo i primi 3 anni di applicazione (2017, 2018 e 2019) la misura dell’iperammortamento è stata superata e sostituita dal nuovo e più funzionale credito d’imposta 4.0, introdotto appunto nel contesto del Piano Nazionale Transizione 4.0.

Rispetto alla precedente agevolazione (iperammortamento), il credito d’imposta 4.0 ha una fruibilità più rapida (3 quote annuali di pari importo, anziché 5 o 6 anni come era in passato) e garantita in compensazione in F24, con la possibilità di portarla anche avanti nel tempo, in caso non vi sia sufficiente capienza in un determinato esercizio.

Nelle prossime righe scopriremo come funziona l’industria 4.0, quali sono le agevolazioni previste e come fare per ottenerle.

digital transformation

Il credito d’imposta 4.0 2022

Lo scopo del credito d’imposta 4.0 2022 è promuovere lo sviluppo tecnologico e al tempo stesso, favorire la digital transformation dei processi di produzione. Questo incentivo è stato concepito per favorire le aziende che effettuano investimenti in beni strumentali – siano essi materiali o immateriali– necessari alla trasformazione dei processi produttivi in ambito digitale e tecnologico.

Per quanto riguarda il credito d’imposta 4.0 e come richiederlo all’Agenzia delle Entrate, è utile specificare che esso può essere goduto come compensazione su F24 in tre quote annuali, ognuna di uguale importo, a partire dall’anno di interconnessione dei beni. Con la risoluzione n. 3/E del 2021 dell’Agenzia delle Entrate sono stati istituiti sei nuovi codici tributo grazie a cui è possibile usufruire di tale agevolazione.

 

Transizione 4.0 2022: le principali modifiche rispetto a Transizione 2021

Le variazioni più significative di Transizione 4.0 tra il 2021 e il 2022 riguardano la riduzione dei benefici previsti per gli acquirenti dei macchinari. Nello specifico vanno a ridursi progressivamente le percentuali del costo del bene per cui si applica il credito di imposta, ma diminuisce anche il massimale degli investimenti per ogni periodo di tempo per cui si può beneficiare dell’agevolazione.

Nel 2021, per i beni strumentali materiali, il credito d’imposta applicato agli investimenti fino a 2 milioni e mezzo di euro era del 50%, e non del 40% come ora; quello applicato agli investimenti compresi tra i 2 milioni e mezzo e di 10 milioni di euro, invece, era del 30%, e non del 20% come adesso. C’è stata, quindi, una riduzione del 10%.

 

Quali sono i beni che godono degli incentivi della Transizione 4.0 2022?

I beni per cui è possibile usufruire degli incentivi della Transizione 4.0 2022 sono quelli, sia materiali che immateriali, che risultano strumentali all’esercizio di impresa. Si tratta, in particolare, dei cosiddetti beni innovativi interconnessi, che rientrano nella definizione di beni Industria 4.0.

Con “beni materiali” si intendono macchine e attrezzature, come gli impianti per la produzione o l’imballaggio, i sistemi per la tracciabilità dei prodotti e i sistemi di sicurezza per la prevenzione di infortuni. I beni immateriali, invece, sono applicazioni, programmi e software per gestire e coordinare la logistica, per la fruizione partecipativa e interattiva, per la realtà aumentata o per la gestione della catena di approvvigionamento destinata al drop shipping nel commercio elettronico.

 

Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali 2022

Il credito d’imposta 4.0 per gli investimenti in beni strumentali è diverso a seconda che i beni in questione siano, appunto, materiali o immateriali.

In particolare, per i beni materiali il credito è pari al 40% per gli investimenti quando essi arrivano fino a un massimo di 2 milioni e mezzo di euro; è invece pari al 20% per gli investimenti quando essi vanno da un minimo di 2 milioni e mezzo a un massimo di 10 milioni di euro; è, infine, pari al 10% del costo sostenuto per gli investimenti quando essi vanno da un minimo di 10 a un massimo di 20 milioni di euro.

Grazie ad una modifica stabilita dall’art. 21 del Decreto Aiuti, l’aliquota del credito di imposta sui beni immateriali sale dal 20% al 50% per gli investimenti avviati a partire dal 1° gennaio 2022 fino al 31 dicembre 2022, con una soglia massima di 1 milione di euro.

 

Periodo di validità delle aliquote 2022

Il periodo di validità delle aliquote si estenderà fino al 2025, con delle progressive riduzioni a partire dal 2023.

Per gli investimenti effettuati dal 2023 al 2025 in beni materiali, il credito di imposta sarà pari a:

  • 20% del costo per investimenti fino a 2 milioni e mezzo
  • 10% del costo per investimenti superiori a 2 milioni e mezzo fino a 10 milioni
  • 5% del costo per investimenti superiori a 10 milioni fino al limite massimo pari a 20 milioni

Per mantenere l’aliquota 2022 (40 % sui beni materiali e 50% sui beni immateriali) su investimenti che avranno consegna nel 2023 sarà necessario perfezionare l’ordine e pagare almeno un 20% di acconto entro il 31/12/2022 (e la consegna dovrà avvenire entro il 30/09/2023)

Nel caso delle agevolazioni per i beni strumentali immateriale invece, l’aliquota al 50% durerà fino al 31 dicembre 2022, successivamente subirà decrementi annuali:

  • 20% nel 2023
  • 15% nel 2024
  • 10% nel 2025

Credito d’imposta per ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica

Esiste, poi, un credito di imposta per ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica, il cui obiettivo è promuovere la competitività delle aziende in questi ambiti, a prescindere dalle loro dimensioni e dal settore economico di cui fanno parte.

Si fa riferimento in particolare alle attività di:

  • sviluppo sperimentale, ricerca industriale, ricerca fondamentale e innovazione tecnologica destinate allo sviluppo dei processi di produzione o di prodotti nuovi;
  • innovazione tecnologica 4.0 green, finalizzata a un obiettivo di innovazione digitale 4.0 o di transizione ecologica o di design, e
  • ideazione estetica per l’innovazione dei prodotti dell’impresa in riferimento ad elementi non funzionali e tecnici, come la forma, i colori, i contorni, e così via.

 

Come fare per accedere agli incentivi della Transizione 4.0?

Per accedere agli incentivi di Transizione 4.0, le aziende sono obbligate a fornire una perizia tecnica, che deve essere effettuata da un perito industriale o da un ingegnere, o un attestato di conformità proveniente da un organismo di certificazione accreditato. Nel caso dei beni il cui costo unitario di acquisizione non superi i 300mila euro, basta una dichiarazione del legale rappresentante.

 

LCS e Transizione 4.0

LCS rappresenta un punto di riferimento per tutte le aziende che intraprendono il percorso della Transizione 4.0: accompagniamo, infatti, i nostri clienti in tutte le fasi che vanno dalla progettazione del prodotto, fino alla manutenzione. Contattaci per avere maggiori informazioni.

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